Pensioni: revoca per chi non comunica all’Inps i propri dati entro il 15 settembre

Pensioni: revoca per chi non comunica all’Inps i propri dati entro il 15 settembre

L’Inps ha comunicato la sospensione delle prestazioni collegate al reddito per l’anno 2020, che sono state anticipate in via provvisoria sulle prestazioni previdenziali. Questa misura è stata adottata a seguito della mancata comunicazione dei redditi da parte di alcuni pensionati, come invece previsto dalla normativa vigente.

La sospensione delle prestazioni collegate al reddito rappresenta l’ultimo sollecito alla presentazione dei redditi non dichiarati. Questa misura si concretizza con una trattenuta pari al 5% dell’importo pensionistico lordo nei mesi di agosto e settembre 2024.

Per le pensioni di importo non superiore a 1000 € mensili, non è prevista alcuna trattenuta. In caso di mancata presentazione della dichiarazione reddituale entro il termine stabilito, si procederà alla revoca definitiva delle prestazioni legate al reddito.

Pensioni: presentazione della domanda di Ricostituzione

Per alcuni pensionati il pagamento delle somme da parte dell’Inps è collegato ai redditi del nucleo familiare del titolare della prestazione. Questi, infatti, devono essere comunicati nei tempi stabiliti all’Istituto nazionale di previdenza sociale, per evitare di incappare nella sospensione della pensione.

Per risolvere la situazione sopra descritta, i pensionati devono ricorrere alla ricostituzione della pensione presentando regolare domanda in cui andranno indicati i redditi dal 2020 al 2024 (questi ultimi naturalmente presunti). Per adempiere a questa pratica correttiva, i pensionati hanno a disposizione 60 giorni dalla scadenza pregressa. L’Istituto, in caso di risoluzione della controversia, provvede a ripristinare la prestazione totale e gli arretrati a partire dal mese successivo alla comunicazione corretta.

Scadenza per la comunicazione dei dati all’Inps

Il termine ultimo oltre il quale i pensionati cui è stata sospesa l’erogazione delle somme non possono andare, ovvero il 15 settembre di ogni anno. Superando questa data infatti, la mancata comunicazione dei dati reddituali impone la revoca della prestazione.

La data di scadenza per le comunicazione all’Inps del 15 settembre 2024 non interessa tutti i pensionati, ma solo quelli che hanno l’obbligo di riferire i propri redditi all’Istituto. Sono quindi esclusi tutti colori che presentano regolarmente la propria dichiarazione dei redditi all’Agenzia delle Entrate, in quanto, in questo caso, l’Inps ha pieno accesso alle banche dati del Fisco. Volendo fare qualche esempio di pensionati chiamati a comunicare direttamente all’Inps la propria situazione reddituale troviamo:

  • coloro che percepiscono pensioni integrate al minimo o che hanno pensioni collegate ai redditi. In tal caso è necessario che i soggetti interessati presentino all’Inps il modello RED;
  • coloro che ricevono delle prestazioni pensionistiche legate all’invalidità. Tali soggetti devono presentare il modello AC;
  • coloro che ricevono l’assegno sociale, la pensione sociale o l’assegno sociale sostitutivo, devono compilare il modello ACCAS/PS in caso di eventuali periodi di soggiorno fuori dal territorio italiano e lo stato di ricovero.

Il termine per farlo è fissato al 28 febbraio di ogni anno, ma ai pensionati viene comunque concessa la possibilità di risolvere la propria situazione con la ricostituzione della pensione. Se tale ulteriore pratica non viene svolta entro il 15 settembre di ogni anno, o comunque entro 60 giorni dalla sospensione dell’Inps, scatta la revoca delle prestazioni collegate al reddito nell’anno successivo a quello in cui la dichiarazione dei redditi avrebbe dovuto essere resa.

Per approfondimenti in merito all’argomento trattato e per qualsiasi informazione di natura previdenziale, è possibile rivolgersi alle sedi del Patronato 50&PiùEnasco.

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