Contributi volontari per la pensione: quando e come versarli

Contributi volontari per la pensione: quando e come versarli

Può capitare che nel corso della vita lavorativa accadano fatti, estranei o meno alla volontà del lavoratore, che interrompono in via temporanea o definitiva, l’attività e di conseguenza, la copertura assicurativa. La legge prevede in questo caso, la possibilità di versare ulteriori contributi previdenziali (contributi volontari), in aggiunta a quelli già accumulati, per raggiungere il diritto alla pensione o per incrementarla.

Possono procedere al versamento dei contributi volontari tutti i cittadini lavoratori che hanno interrotto il proprio lavoro, inclusi anche i soggetti che operano tramite Gestione Separata INPS. Si può decidere di versare i contributi volontari nel caso di sospensioni nel lavoro, per brevi periodi, oppure se il soggetto si trova momentaneamente senza lavoro dipendente o autonomo.

I contributi volontari consistono nel versamento di quote contributive che il soggetto propone spontaneamente, e può accadere che questo sia necessario per poter accedere a determinate misure pensionistiche. Ciascuna tipologia di pensione infatti prevede alcuni criteri per l’accesso, tra cui gli anni lavorati, i contributi versati e l’età anagrafica.

In alcuni casi quando il lavoratore si trova in stato di disoccupazione, non riesce autonomamente a raggiungere la quota di contribuzione prevista per poter accedere alla pensione. In questi casi è possibile scegliere di erogare i contributi volontari all’ente previdenziale, per assicurarsi un corretto accesso alla pensione nonostante l’interruzione del lavoro.

Contributi volontari, chi può versarli?

I contributi volontari possono essere versati con autorizzazione dell’INPS a copertura di determinati periodi in cui il soggetto non sta di fatto lavorando. In questi periodi il cittadino non deve svolgere attività lavorativa, né di tipo autonomo né come dipendente subordinato.

L’unica eccezione riguarda i contratti part-time. Nel caso di lavoro part-time orizzontale o verticale, è possibile procedere al versamento dei contributi volontari. Può anche accadere che il soggetto chieda periodi di aspettativa, non retribuita, e può procedere alla copertura del periodo tramite contributi volontari.

Per chiedere i contributi volontari INPS pur lavorando, è necessario far parte di queste categorie di lavoratori:

  • lavoratori dipendenti o autonomi non iscritti a INPS o altri enti previdenziali;
  • lavoratori parasubordinati non iscritti a Gestione Separata, o altre forme di previdenza;
  • lavoratori autonomi non iscritti alla cassa di previdenza;
  • lavoratori di fondi speciali di previdenza non iscritti.

Risulta strettamente necessario aver sospeso il proprio lavoro, e i versamenti possono essere interrotti e ripresi anche successivamente.

Come funzionano i contributi volontari

I contributi volontari possono essere versati per poter accedere secondo alcuni requisiti alla misura di pensionamento nel caso di sospensione del lavoro. Tuttavia è possibile che il soggetto che versa contributi volontari stia comunque continuando a lavorare, in alcuni casi specifici, come ad esempio:

  • per sospensione del lavoro causata da un’aspettativa;
  • nel caso di sospensione del lavoro per congedi di diversa natura, per formazione, per motivi familiari, malattia o sciopero;
  • nel caso di lavori con contratto part-time;
  • nel caso di particolari lavori di tipo agricolo.

Condizioni di accesso

La prima condizione richiesta dall’INPS, per il versamento dei contributi previdenziali volontari, è la cessazione o interruzione del rapporto di lavoro dipendente. Il lavoratore può fare richiesta del versamento dei contributi volontari anche se il rapporto di lavoro non è cessato, ma esclusivamente per i lavoratori con contratto part-time (se effettuati a copertura od ad integrazione dei periodi di attività lavorativa svolta a orario ridotto) o per integrazione dei versamenti per attività lavorativa svolta nel settore agricolo.

Per quanto riguarda i requisiti contributivi minimo richiesti dall’INPS, occorre tenere in considerazione che il lavoratore deve aver maturato, al momento della richiesta:

  • almeno 5 anni di contributi (260 contributi settimanali ovvero 60 contributi mensili) indipendentemente dalla collocazione temporale dei contributi versati;
  • almeno 3 anni di contribuzione nei 5 anni che precedono la data di presentazione della domanda.

Il rispetto di questi requisiti minimi contributivi comporta il fatto che non tutti i lavoratori possono versare contributi volontari all’INPS.

Una volta accertati i requisiti minimi di accesso al versamento dei contributi previdenziali volontari è interessante individuare come vengono determinate le aliquote di contribuzione. Il meccanismo di calcolo varia per le diverse categorie di lavoratori e in particolare per i:

  • lavoratori dipendenti: l’importo del contributo dovuto è settimanale e viene calcolato sulla base delle ultime 52 settimane di contribuzione obbligatoria anche se non collocate temporalmente nell’anno immediatamente precedente la data di presentazione della domanda;
  • lavoratori autonomi (artigiani e commercianti): l’importo del contributo dovuto è mensile e viene determinato sulla media dei redditi da impresa denunciati ai fini Irpef negli ultimi 36 mesi di contribuzione precedenti la data della domanda;
  • coltivatori diretti: l’importo del contributo è settimanale e viene determinato sulla base della media dei redditi degli ultimi tre anni di lavoro. Non può comunque essere inferiore a quello previsto per i lavoratori dipendenti.

Come versare i contributi volontari

Una volta che l’INPS ha autorizzato il versamento dei contributi volontari, si può procedere al pagamento secondo le tempistiche indicate dall’ente previdenziale. L’INPS provvede a inviare al richiedente i bollettini di pagamento, così da facilitare l’operazione.

Non è possibile versare i contributi in un’unica soluzione, ma secondo degli scaglioni trimestrali che hanno delle precise scadenze:

  • il primo trimestre si paga entro il 30 giugno;
  • il secondo trimestre si paga entro 30 settembre;
  • il terzo trimestre si paga entro il 31 dicembre;
  • il quarto e ultimo trimestre si paga entro 31 marzo dell’anno successivo.

È importante sottolineare che, per i contributi volontari sono previsti dei benefici fiscali, infatti i pagamenti si possono dedurre dal reddito dichiarato annualmente tramite modello 730 o modello Unico.

Chi sceglie di smettere di lavorare e pagare i contributi volontari, può contare sulla parificazione di questi contributi a quelli obbligatori ai fini pensionistici. Per far si che i contributi volontari siano validamente conteggiati dall’ente previdenziale, è bene ricordare di pagare con puntualità e versare i contributi di ogni trimestre entro il trimestre successivo.

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