- 30 Novembre 2018
- Posted by: 50PiuEnasco
- Categoria: Imposte, Senza categoria
I benefici maggiori della nuova tassazione dovrebbero interessare i redditi medi, anche se resta qualche dubbio sulle coperture finanziarie.
- la revisione del sistema impositivo dei redditi delle persone fisiche e delle imprese basata sull’introduzione della flat Tax (cioè tassa piatta), allo scopo di ridurre il livello della pressione fiscale;
- sterilizzazione delle “clausole di salvaguardia” in materia di IVA, cioè bloccare gli incrementi delle aliquote già programmati dai precedenti Governi;
- attuare la “pace fiscale” fra l’amministrazione finanziaria e i contribuenti, per favorire l’estinzione del debito “in tutte quelle situazioni eccezionali e involontarie di dimostrata difficoltà economica”;
- abolizione dello spesometro e redditometro.
La Flat Tax
Le incertezze, per esempio, sono sorte sulla fattibilità entro dicembre prossimo, per tutti i contribuenti, dell’operazione flat Tax, il cui costo annuo è stimato in 50miliardi di euro. Il tiro però è stato lievemente modificato prevedendo tra i primi beneficiari le famiglie numerose, coloro con partita iva incluse le ditte individuali, i professionisti e le società di persone, nel complesso circa 4 milioni di beneficiari.
Due sole aliquote
Per garantire, poi, in qualche modo il rispetto del principio costituzionale di progressività, è previsto il riconoscimento di una deduzione di 3.000 euro, correlata all’entità del reddito familiare:
- spetta a tutti, se tale reddito non supera i 35.000 euro;
- compete solo per i familiari a carico, se si colloca nella fascia tra i 35.000 e i 50.000 euro;
- per i redditi oltre tale importo, nessuna deduzione.
I benefici della tassa piatta
È evidente che i benefici maggiori della nuova tassazione, cioè i risparmi d’imposta più significativi, dovrebbero ricadere sui redditi medi (dai 50/60.000 Euro in su), quelli che attualmente subiscono le aliquote più onerose.
Uno studio di “Prometeia” ha calcolato che in media il reddito aumenterebbe del 5,5% per ogni famiglia, con la seguente modulazione: un vantaggio dello 0,7% per i redditi minori e del 12,8% per quelli più elevati.
Un’altra considerazione riguarda le imprese, per le quali la flat Tax al 15 o al 20% rappresenta un vantaggio rispetto all’attuale.
<div “>Va detto, poi, che in tante situazioni c’è anche il rischio che il nuovo sistema possa rivelarsi meno favorevole di quello al momento in vigore.
La principale spiegazione sta nel fatto che, sebbene le attuali aliquote vadano dal 23 al 43%, in realtà il peso effettivo della tassazione è spesso abbastanza inferiore, visto che la concreta percentuale di prelievo tiene conto delle detrazioni e deduzioni che oggi riducono il peso delle tasse e che, con il nuovo regime, sono probabilmente destinate a scomparire.
In altre parole, il combinato di aliquote, detrazioni e deduzioni comporta una progressività di tassazione inferiore formale ed effettiva del sistema fiscale (V. Tab. A).
Sappiamo bene che questi processi di cambiamento contengono pericoli e potenzialità, possono estendere benessere e conoscenze o esportare squilibri e ingiustizie.
Come sempre non è lo strumento ad essere buono o cattivo, ma dipende da come viene orientato e usato.
Auguriamoci che queste scelte possano riflettere tante speranze e poche paure per questo nostro Paese.